Alla scoperta di Giannasi, il Re del pollo allo spiedo

09.10.2023
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Quando dici "pollo allo spiedo", non puoi non pensare subito a Giannasi. Siamo in Porta Romana, nel cuore di Milano, e questo speciale chiosco storico "dal 1967 in Piazza Buozzi", come si legge sull'insegna bianca e verde, conquista cittadini e turisti da quasi sessant'anni.

Il motivo? La bontà delle sue proposte gastronomiche - dal pollo alle patate al forno, dai cannelloni all'insalata di riso fino ai mondeghili, le tipiche polpette milanesi - e l'entusiasmo delle persone che ci lavorano e che accolgono i clienti sempre con il sorriso.

Ne parliamo con Paola, la figlia di Dorando Giannasi, uno dei fondatori.

Buongiorno Paola, raccontaci come è nato Giannasi.

La nostra è una storia di famiglia. La sorella maggiore dei 5 fratelli Giannasi, Graziella, mia zia, è stata la prima ad arrivare a Milano. All’epoca i giovani si spostavano dai piccoli paesi alle grandi città per trovare lavoro (e, spesso, per occuparsi delle case dei signori).

Mia zia era una ragazza molto intraprendente e ha scelto di costruirsi un futuro diverso, preferendo trovare lavoro in un negozio di polli. Grazie al suo impegno e alla sua tenacia, in pochi anni, è riuscita a creare una propria attività, supportata dall'arrivo in città dei suoi due fratelli minori, Dorando e Luciano.

Erano gli anni del boom economico e, per chi aveva voglia di lavorare e di mettersi in gioco, le opportunità erano davvero molte.

Il chiosco di Giannasi negli anni '80

Che cos'è diventato Giannasi nel tempo? Che cos’era ieri, che cos’è oggi?

Possiamo dire che Giannasi, oggi, è un chiosco dove è possibile trovare di tutto (spesso mi piace dire "Da tutto crudo a tutto cotto"), è una realtà che nel tempo è passata da 4 a 27 dipendenti.

Da piccola bottega di quartiere è diventato un brand riconosciuto in tutta la città, e anche fuori.

La birra di Giannasi

Descrivici Giannasi in tre parole.

Giannasi è Dorando, mio padre. E' lungimiranza, responsabilità, attenzione.

ll vostro è un chiosco storico nel cuore di Milano. Qual è il vostro rapporto con la città? Com’è cambiata, dal vostro punto di vista, in questi anni?

Mio padre è innamorato di questa città, ha una grande riconoscenza nei suoi confronti. L’ho sentito molte volte, anche negli ultimi tempi post Covid, elogiarne lo spirito combattivo e la spinta al rinnovamento.

I miei primi ricordi di Milano risalgono agli inizi degli anni '80, quando al posto dei bar e dei ristoranti c’erano le panetterie con le signore dietro al banco che per me, e per tutti gli abitanti del quartiere, erano come delle mamme.

Mi ricordo le drogherie buie e piene di cose meravigliose, dal pavimento al soffitto: oggetti per la casa, saponi, acqua e verdure. E poi i bambini giocavano insieme nei cortili dei condomini, esisteva una forte rete sociale, qualcosa che oggi, ahimè, non è pensabile.

In una città che si evolve continuamente, in cui molte realtà sono solo di passaggio, che cosa si prova ad essere considerati un punto di riferimento, il “Re del pollo” a Milano?

Sicuramente è un qualcosa che ci rende fieri ed orgogliosi del lavoro svolto fino ad oggi. Al tempo stesso, proviamo un forte senso di responabilità nel non deludere le aspettative dei nostri clienti.

Il pollo allo spiedo di Giannasi

Ci sveli il segreto delle vostre preparazioni (perché i vostri piatti sono tutti, ma tutti, buonissimi)?

Direi fare le cose bene, metterci cura e, soprattutto, utilizzare una buona materia prima, sempre di qualità.

Che cosa ti auguri per il futuro di Giannasi?

Mi auguro di riuscire a mantenere alta la qualità dei nostri prodotti e il nome dell’azienda. Non è una cosa che do per scontata in questo momento economico e sociale così complicato, ma è una bella sfida che, grazie al nostro impegno e alla nostra passione, credo fortemente saremo in grado di affrontare.

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